LEEBU NAWET AK NOOR

TAKKU LIGEY THÉÂTRE 

Il gioco della ricchezza e della povertà
tratto da Pluto di Aristofane
Un giorno a Diol Kadd, un piccolo villaggio nel cuore della savana senegalese
narratore Modou Gueye
con M’Baye N’Diaye, N’Diame Khabane Ka, Houraye Sow, Serigne N’Diaye, Mor N’Diaye, Sokhna N’Diaye, Mame Birame Ba, M?Baye Babcar N’Diaye, Aliou N’Diaye, Mame Abdou Fall, Abdou Lakhat Fall
e con la partecipazione di attori e musicisti del Senegal residenti in Italia
regia di Mandiaye N’Diaye

Un progetto di scambio e sviluppo locale nel campo del teatro e del turismo responsabile a Milano e Diol Kadd (Senegal)

Il progetto nasce dall’incontro tra l’attore e regista senegalese Mandiaye N’Diaye e l’Associazione Olinda avvenuto nell’ambito delle attività culturali di Olinda nelle quali Mandiaye N’Diaye è stato più volte coinvolto. In queste occasioni si è parlato di un teatro legato alla propria terra e alla propria lingua. Mandiaye N’Diaye, dopo oltre 20 anni di vita e lavoro con il Teatro delle Albe di Ravenna, ha deciso alcuni anni fa di tornare al paese d’origine, Diol Kadd in Senegal con la scommessa di combinare il lavoro e le riflessioni “italiane”, cioè l’esperienza materiale del lavoro comune: spettacoli, laboratori, organizzazione di stagioni teatrali e attività di promozione culturale con l’idea dello sviluppo locale del suo paese d’origine Diol Kadd.

Non è allora un caso ritrovarci con le stesse priorità a Diol Kadd e al Paolo Pini: teatro e accoglienza per superare l’emarginazione e valorizzare le persone.
Oggi Aristofane rivive proprio tra gli asinelli, gli adolescenti e le donne di Diol Kadd, un villaggio di circa 500 abitanti sorto alla periferia di Thies, la seconda capitale del Senegal, dove è nata l’associazione Takku Ligey Théâtre, sotto la direzione artistica di Mandiaye N’Diaye.

Dopo due mesi di prove a Diol Kadd, la compagnia del Takku Ligey Théâtre è arrivata nel verde regno del Paolo Pini e, con la collaborazione dell’associazione (formata da senegalesi residenti in Italia fondata da Modou Gueye) Sunugal sta portando a termine la preparazione dello spettacolo.
Lo spettacolo, illustrerà la “rinascita” di Aristofane in Senegal, ovvero il tentativo di valorizzare le risorse di Diol Kadd, villaggio wolof in una zona di etnia sérére, dove sono ancora vive le tracce della tradizione animista. La religione praticata è quella islamica, ma nella variante della dottrina molto tollerante di Mouride, ispirata essenzialmente ai principi della carità islamica e dell’amore.
L’obiettivo che persegue il direttore artistico di Takku Ligey Théâtre è quello di preservare la cultura animista locale e creare un polo d’attrazione che freni l’esodo dei giovani. Questo emerge anche da quest’ultimo progetto, in cui Mandiaye N’Diaye ha riscritto Ploutos, una commedia di Aristofane, adattandola alla vita africana e facendola rappresentare dagli abitanti di Diol Kadd nei luoghi stessi della loro vita quotidiana.

Mercoledì 23 luglio lo scrittore Gianni Celati ha presentato estratti dal film documentario Diol Kadd, recita in un villaggio in Senegal, basato sullo spettacolo teatrale quI proposto, leggendo testi scritti durante le sue permanenze nel villaggio di Diol Kadd.
Lo spettacolo teatrale Leebu Nawet ak Noor (Il gioco della ricchezza e della povertà), che verrà presentato negli spazi del Paolo Pini il 25, 26 e 27 luglio, è ambientato all’interno di una festa senegalese di sabàr.
Il cerchio del sabàr è il luogo dove le donne possono dire tutto quello che vogliono e tacere quello che non vogliono render noto. All’origine era un raduno che aveva luogo quando c’erano problemi nelle famiglie, specie in quelle poligamiche. Una cerimonia in cui le donne esponevano le loro rimostranze, ma dove poi era il ballo a definire i rapporti tra i sessi: i tamburi hanno il potere di penetrare nelle donne e spingerle a provocare i mariti. Le percussioni inducono a mostrare agli uomini le capacità di attrazione, ma non per entrare nelle grazie dei mariti: quella lanciata è piuttosto una sfida, un modo per indicare un punto di rottura.

Ed ecco che un giorno a Diol Kadd, un piccolo villaggio nel cuore della savana senegalese, nel bel mezzo di una festa di sabàr irrompono due figure che, incuranti di ciò che le circonda, discutono animatamente: l’agricoltore MBaye e il suo servitore Moussa. Il cerchio del sabàr si trasforma in uno schieramento di due cori contrapposti e la divisione è quella delle famiglie africana patrilineare, senza eccezioni: da una parte chi deve servire, le donne, dall’altra chi comanda, gli uomini.

La lotta tra il Nawet e il Noor è senza vincitori, c’è solo una fuga completa degli dei, che abbandonano l’uomo lasciandolo artefice del proprio destino.