LE MANI IN PASTA

Il progetto attività prelavorative Le mani in pasta viene realizzato grazie alla collaborazione con il Centro Diurno del CPS di via Litta Modignani e la Comunità Riabilitativa a Media intensità Litta 1 dell’Azienda Ospedaliera Niguarda Ca’ Granda.

Ogni anno vengono coinvolte circa 20 persone con problemi di Salute Mentale. A ogni attività partecipano in media 13 persone svantaggiate, 2 operatori e alcune volontarie. L’attività è aperta e permette la partecipazione di visitatori interessati a mettere le mani in pasta. Dall’inizio del progetto una decina di persone ha iniziato progetti di tirocinio presso strutture produttive no profit.

Il progetto si rivolge a persone seguite dai servizi di Salute Mentale con finalità riabilitative:
– propedeutica a progetti di tirocinio lavorativo
– sostegno a pazienti una volta avviato il tirocinio: si è notato che la partecipazione a Le mani in pasta favorisce la tenuta grazie al lavoro di rinforzo degli operatori e del gruppo
– attività di mantenimento e socializzazione

Inoltre avere nel gruppo membri che hanno compiuto un passo più avanzato nell’ambito di percorsi verso il lavoro, è un buon punto di riferimento anche per altri partecipanti, fungendo da stimolo per possibili evoluzioni del proprio percorso personale.
L’attività viene realizzata dal 2009 tutti i giovedì mattina nel periodo settembre – luglio nei locali del Ristorante Jodok.
Viene prodotta pasta fresca: dalle tagliatelle e le orecchiette, alle lasagnette bianche o aromatizzate, ai ravioli e i passatelli.
Il Ristorante Jodok garantisce l’acquisto di un quantitativo base della produzione, che utilizza il giorno stesso o nei giorni successivi per il proprio menù, e i rapporti con i Gruppi di Acquisto Solidale della zona o singoli clienti permettono di avere ordini continui nel tempo.
Per realizzare la pasta vengono utilizzate macchinette a manovella o a motore. Si produce in piccoli gruppi di 2 o 3 persone nella stessa sala. I gruppi vengono costituiti ogni giorno in base alle preferenze dei partecipanti abbinando persone più esperte e meno esperte.

La riuscita viene garantita dai due educatori che conducono le unità produttive intervenendo, ove occorra, per raggiungere gli obiettivi produttivi o per introdurre piccole modifiche organizzative tali da migliorare il lavoro e permettere una progressiva crescita delle persone.
La partecipazione delle persone svantaggiate può prevedere diversi gradi di intensità, con una programmazione flessibile legata al progetto individualizzato, capace di prevedere spazi di crescita progressiva e momenti di pausa/rallentamento dell’impegno richiesto. Viene posta particolare attenzione all’attivazione di processi di responsabilizzazione delle persone che tiene conto delle capacità emerse o emergenti.