CONTROIMMAGINI
un omaggio a Joseph Beuys

con Michelangelo Dalisi e Marco Cacciola
scene Giuseppe Stellato
suono Franco Visioli

In un museo abbandonato un cronista è alla ricerca dell’artista perduto: un’evocazione farà apparire Joseph Beuys, artista sciamano per eccellenza, impegnato a ripercorrere una serie di sue azioni memorabili e a raccontarci il suo mondo di “controimmagini”.

Durante questi dialoghi prenderanno vita il suo pensiero, l’opera, la vita, la centralità della questione ecologica, la scultura sociale e l’attività politica (il Partito dei Verdi, la Libera Università Internazionale), i simboli, i dibattiti. Alcune sue frasi iconiche e i titoli di alcune sue opere scandiranno il tempo e lo spazio della scena: “Ognuno di noi è un artista”, “Mostra la tua ferita”, “Quale realtà?”, “La rivoluzione siamo noi”.
I materiali di archivio, il pensiero, la vita, la visione dell’artista rivivono attraverso il gesto dell’artista in scena, che costruirà un’opera durante tutta la performance. E così, via via che vengono rievocate le azioni, prenderà forma lo spazio scenico, quasi come per l’assemblaggio di una mostra.

7000 Querce a Kassel, azione che diede vita, insieme ai cittadini, alla nascita di un vero e proprio bosco di poco fuori città, e che risponde ancora oggi ad un problema planetario attualissimo, assumerà una grande centralità anche dal punto di vista scenografico. E appariranno gli oggetti rivestiti di feltro, una scultura di grasso, le lavagne. Non mancheranno alcune riflessioni sul mercato dell’arte, sul politicamente corretto, sulle etichette.

Il pensiero dell’artista, con la sua ironia e il suo sguardo rivolto soprattutto al cuore e alla coscienza dell’essere umano, superando il tempo, potrebbe gettare luce sulla contemporaneità e aprire a una visione olistica della realtà in cui nulla è più separato: società, natura, politica, economia, vita, tutto diventa opera d’arte.

Da bambino, mio padre mi portò a quella che sarebbe stata la sua ultima mostra, Palazzo Regale. Con questo lavoro, che nasce quindi da un ricordo personale, intendo fare un omaggio a Beuys, a mio padre, e a quelle figure mitologiche, controverse e sfuggenti e forse indefinibili che chiamiamo artisti.