BUONI A NULLA

Un’indagine etnografica teatrale sulle persone senza dimora

con Marko Buqakeja, Tobia Dal Corso e Paola Galassi
drammaturgia e regia Lorenzo Ponte accompagnato da Giuliana Musso
scene e costumi Davide Signorini

Perché veniamo al mondo? Quali sono le basi del nostro stare insieme?
Osservare, stare e pensare alla vita di chi è senza dimora mi fa guardare al cuore della nostra società, i suoi valori. E ai miei.
Come vivo? Come mi relaziono all’altro?

Oggi il valore delle persone è dato dalla sua capacità di consumare. L’identità si fonda sulla nostra capacità di possedere e spendere. Siamo ciò che possiamo permetterci.
Questa è una dinamica spaziale. Lo si testimonia nello spazio cittadino. Spariscono sempre di più i luoghi dove si può stare senza spendere soldi. Lo spazio pubblico, inteso come luogo di tutte e tutti, in città come Milano sta scomparendo.

Nella società industriale i poveri erano un monito per chi volesse sottrarsi al lavoro.
Nella società postindustriale un buon povero è un povero invisibile.
L’invisibilità, la stigmatizzazione da parte degli altri porta quindi a diventare invisibili a se stessi. Il problema della povertà non è più collettivo. Collettivamente non abbiamo nulla da offrire se non la vincita del Lotto. La povertà è un problema di ordine pubblico. Di decoro. Siamo passati da uno stato sociale a uno stato di sicurezza.

Le nostre storie alla fine sono tutte uguali. Perdita del lavoro, perdita della famiglia… Voi potete anche darci dei consigli, da persone che vivono fuori ma io ho nella testa dei pensieri e delle voci che sono mie.
Mi ha detto Mattia un giorno. Era da almeno un mese che gli chiedevo perché non accettasse il lavoro che gli offrivano. Dopo un po’ accettò e in breve ci siamo persi di vista. Forse adesso sto arrivando a capire. A capire perché tante persone senza dimora rifiutano di tornare in società. Le cause che hanno portato allo strappo rimangono lì.
Sono loro che devono rialzarsi per farci i conti.

Il senza dimora è una categoria che svuota la persona di dignità. È una condizione o naturale o criminale. È una persona irregolare che va o reintegrata o arrestata o espulsa. La sua soggettività sparisce nella definizione e nella categorizzazione perché troppo disturbante. Siamo incapaci di vedere nel senza dimora un essere umano. Lo si sente nella relazione individuale e nel trattamento sociale che ricevono.

Per quanto chiuso, per quanto disagiato, la persona senza dimora è un soggetto. Con la sua capacità di azione, le sue relazioni umane e non-umane (cani e luoghi), i suoi tempi, i suoi desideri. Tra i diritti inalienabili della persona, potremmo includere anche il diritto alla fragilità.

Lo sguardo che la società rivolge a chi vive ai margini è uno sguardo pietistico, di superiorità verso qualcuno che è problematico e fatica a stare dentro un sistema di regole e doveri. Siamo incapaci di ricevere dalle persone marginali delle verità sui nostri stessi sistemi e stili di vita. In realtà osservando, emerge quanto il problema stia nella società stessa che, per come si sviluppa e procede, non può che creare scarti, persone che vengono espulse.

I prezzi delle case si stanno gonfiando e i poveri vengono cacciati lontani dalla vista. Le olimpiadi di Milano sbiancheranno la città. Quando cadrà la neve, spero di non scivolare per terra.
Lorenzo Ponte


PRAXIS è un collettivo artistico che si distingue per la commistione delle arti performative con la disciplina antropologica e metodi di ricerca sociale ed ha tra i suoi obiettivi l’empowerment di comunità attraverso la diffusione di pratiche artistiche. Dal 2019 si occupa di progetti artistici partecipativi che coinvolgono la cittadinanza – con una particolare attenzione alle categorie fragili, e della creazione di spettacoli dalla drammaturgia originale, basati su ricerche ed esperienze svolte sul campo. Tra i vari progetti realizzati, ha ideato SeguiMi! – progetto intergenerazionale di narrazione ed esplorazione urbana, realizzato con gli abitanti del quartiere di edilizia popolare di San Siro e che vedrà una seconda edizione nel quartiere di via Padova, Milano; Buoni a Nulla – Un’indagine etnografica teatrale sulle persone senza dimora, nuova produzione in collaborazione con Fio.PSD, vincitore bando Testinscena 2020 per la drammaturgia originale e finalista Premio Cappelletti 2020.


foto Luca Del Pia