ANIMALI TEATRALI FANTASTICI
& DOVE TROVARLI

da una visione di IT Independent Theatre e Olinda
in collaborazione con Stratagemmi


Progetti vincitori

_ Praxis, BUONI A NULLA
“A gennaio 2020 (…) ci mettiamo in contatto con alcune associazioni che si occupano di senza dimora a Milano. Cominciamo a uscire con i volontari e conoscere persone che vivono in strada. Dopo 1 mese scoppia la pandemia e passano 3 mesi in cui le uniche persone che vediamo sono i senza dimora. Conosciamo persone della nostra età e nascono delle relazioni che vanno oltre il momento del volontariato. Raccogliamo storie di vita, aneddoti, osserviamo le dinamiche tra le persone senza dimora e tra loro e i volontari, la polizia, la cittadinanza e noi. Scriviamo diari delle nostre uscite in strada. La domanda che torna continuamente è come raccontare quello che stiamo osservando. Le storie che ci raccontano spesso sono straordinarie, ma crediamo che non basta riportarle come farebbe un giornalista, a noi tocca uno scarto. Ci concentriamo sul sonno. (…) Che ne è dei loro sogni? Cominciamo a raccogliere con dei registratori audio i sogni dei senza dimora. Ci parlano di soldi, ritorni a casa, vincite al lotto, di giovani gitane che guidano in tunnel dove torturano le persone, di mense con camerieri angelici nelle cavità degli alberi”.

_ ADA Collettivo Informale per la Scena, FORSE UNA CITTÀ
Forse una città è una performance multimediale sulla città e i suoi abitanti. È una performance audiovisiva, interamente realizzata dal vivo, in cui diverse discipline artistiche costruiscono assieme un possibile racconto, sul rapporto tra individuo e spazio urbano.
Forse una città nasce come live performance ispirata al cinema muto, quando la musica veniva eseguita dal vivo per accompagnare le immagini del cinematografo. In particolare ci occupiamo di scandagliare possibili relazioni di senso tra immagine astratta, suono e parola.
Questo progetto è nato prima della pandemia covid, nasce da una riflessione sulle metropoli del mondo e il viaggio. Ora che scriviamo lo facciamo in una città dove la “mia piazza è il mio balcone, la mia disco è spotify, i miei amici sono i miei coinquilini”. La mia cucina, il centro di un mondo piccolo, minimo, a cui chiedo di occuparsi di tutto l’esistente, delle esperienze e di tutto il resto. La mia casa deve sopperire a tutto. Ce la farà?”

_ Andrea Dante Benazzo, PARTSCHÓTT
“Si racconta che nell’antica età dell’oro sul monte Catinaccio splendesse il meraviglioso roseto del Re Laurino, che egli stesso tramutò in una pietraia poiché causa di un’infelice storia d’amore e combattimenti. Oggi, solo quando gli ultimi raggi del sole morente tingono le rocce di un’accesa luce rosseggiante, il giardino perduto mostra il suo antico splendore e per qualche attimo si possono contemplare i riverberi delle magiche rose del Re. Dopo la sconfitta di Laurino, il suo popolo decise di nascondersi all’interno delle montagne. L’unico a non rifugiarvisi fu il custode dell’antico roseto. Egli decise di costruirsi una capanna sopra un colle e rimanere in solitudine a vegliare sulle terre dove un tempo splendevano le rose. Il suo nome è Partschótt.
Il 29 ottobre 2018, a una velocità di oltre 200 chilometri orari, la raffica di vento più forte mai registrata sulle Dolomiti ha sradicato oltre quattordici milioni di alberi. Il Passo di Costalunga, tra le zone colpite, a partire dal 1965 ha ospitato le vacanze di tre generazioni della mia famiglia. Dall’ottobre 2016 al dicembre 2017, mio padre è stato l’unico residente del luogo. In seguito alla crisi economica del 2008, fu condannato per il fallimento della Gibiemme, l’azienda di famiglia fondata dal mio bisnonno settant’anni prima. Decise così di trasferirsi nella nostra casa di montagna. Condannato agli arresti domiciliari, vi rimase chiuso per otto mesi, e nel marzo del 2019 fu costretto a svuotarla e abbandonarla. Subito dopo la tempesta ho istintivamente iniziato a raccogliere materiali sugli effetti del disastro climatico e sulla presenza della mia famiglia nel luogo. Così è nato Partschótt“. 

_ Greta Tommesani, CA-NI-CI-NI-CA 
CA-NI-CI-NI-CA è un percorso dal fuori al dentro. Parto dal fuori: desideravo raccontare attraverso il teatro lo sfruttamento dei lavoratori nelle filiere agro-alimentari, in particolare quella della salsa di pomodoro. Ho scritto la mia tesi di laurea su questo argomento e ho incontrato chi lavora in progetti che propongono un modello di produzione etico e rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori (vedi SfruttaZero, tra le fonti di ispirazione). Osservavo come la rappresentazione dello sfruttamento lavorativo dei braccianti (soprattutto di persone migranti) da parte dei media sia incentrata sulla vittimizzazione di questi ultimi e sulla colpevolizzazione dei caporali. Penso che questa sia una visione riduttiva: non mette in luce le dinamiche di mercato che contribuiscono alla precarietà lavorativa dei lavoratori agricoli. (…) Poi mi sono chiesta: ma davvero la precarietà di questi lavoratori condiziona negativamente quella di altri? E, anche se non fosse così, perché non facciamo nulla (continuiamo a comprare beni che sappiamo essere stati prodotti attraverso lo sfruttamento)? Forse non lo facciamo perché non ci importa davvero? Cosa rende una questione importante per noi? Come nascono il nostro interesse e la nostra empatia? Cosa ci fa agire? (…) E qui arrivo al dentro: a me. Perché non agisco? A me importa davvero di questi temi sociali? Forse no. (…) Mi ritrovo a 26 anni (quasi 27) a realizzare che non sono così buona come pensavo. E, anche per questo, non ho voglia di fare la morale a nessuno”.


CHI HA PROPOSTO QUESTO CONCORSO DI IDEE:

IT- Independent Theatre
IT in principio era un gruppo di artisti e di organizzatori che ha avuto voglia di provare a dare visibilità al mondo dell’underground teatrale milanese. Il progetto si è trasformato in una festosa provocazione: IT Festival nelle sue 5 edizioni ha visto più di 500 artisti coinvolti, e circa 20mila spettatori. Un’onda anomala che ha travolto i cittadini milanesi. Dal 2013 al 2017, l’Associazione IT ha fatto molte cose: spazi prova gratuiti nei CAM, percorsi nelle scuole, formazione, feste, laboratori, sperimentazioni, bandi, parole, tantissime parole.

Associazione Olinda onlus
Olinda lavora da 25 anni alla riconversione dell’ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini, trasformando un luogo di esclusione in una piazza di socialità e cultura. Il festival di teatro Da vicino nessuno è normale (Premio Hystrio-Anct 2018; Premio Ubu Speciale 2015), giunto alla XXV edizione, è la testa d’ariete che ha aperto i cancelli dell’ex O.P. alla città. Il TeatroLaCucina, nato nel 2008 è luogo di residenze artistiche, laboratori di formazione e workshop. Olinda gestisce i servizi integrati d’impresa sociale; ristorante Jodok e OstellOlinda.

Stratagemmi-Prospettive Teatrali
L’associazione culturale Prospettive Teatrali nasce nel 2011, mettendo a frutto l’esperienza della redazione della rivista “Stratagemmi” nel campo della critica teatrale. L’Associazione è specializzata in progetti di audience development e di diffusione della cultura teatrale, con una particolare attenzione alle scuole secondarie (in particolare, il progetto Acrobazie Critiche). Online, raccoglie invece sguardi critici, approfondimenti e notizie sulle stagioni e gli eventi teatrali nazionali e non solo. Prospettive Teatrali è sostenuta dal MIBACT, in partnership con Zona K e Mare Culturale Urbano, nel triennio 2018/2020.


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