DA VICINO NESSUNO È NORMALE 2017

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Un sogno, una visione, Olinda che accoglie identità e biografie molto diverse tra loro, un luogo dove trovano rifugio per lavorare e stare artisti, cuochi, aggiustatori, registi, inventori, baristi, rifugiati, cittadini, ortisti, ballerini, quasi adatti, zie, spalatori di neve, camerieri, indomabili, sognatori e tesorieri senza tesori.

Il Paolo Pini come spazio aperto dove la complessità e la ricchezza degli scambi producono nuova urbanità: una città dell’accoglienza in forte contrasto con spazi vuoti messi a disposizione
per ospitare chi ne ha bisogno. Si rischia che questi spazi di convenienza, creati per localizzare servizi di ospitalità fuori da un disegno urbano, tendano
a chiudersi e a doversi difendere. Già nel 1968, quando si cominciava ad aprire e superare i primi manicomi, Enzo Paci scriveva: “La contraddizione tra istituzioni chiuse e istituzioni aperte è forse la dialettica fondamentale della nostra epoca.”

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Rassegna Stampa