QUELLO CHE HO VISTO

disegno live e racconto Stefano Ricci
musiche originali dal vivo Roberto Paci Dalò e Giacomo Piermatti
regia video e proiezioni in tempo reale Cristiano Pinna e Ettore Dicorato

QUELLO CHE HO VISTO restituisce in forma scenica il viaggio che Stefano Ricci ha intrapreso due anni fa sulla frontiera tra Libano e Siria. Stefano Ricci è stato invitato dalla ong. GVC onlus, per condurre un workshop di disegno dedicato ai bambini in un campo profughi, di cui è stato pubblicato il libro What I have seen nel 2019 che raccoglie tutti i disegni dei bambini. Nel corso del viaggio ha intervistato dieci persone siriane, che ha incontrato nei campi profughi in Libano.  I testi, le interviste e i disegni, sono il frutto di questo viaggio, e il tentativo di dare una forma alle testimonianze che ha raccolto. Quello che ho visto è un libro pubblicato nel 2019 che contiene testi e disegni di Stefano Ricci, dal libro prende corpo uno spettacolo in cui i racconti e i disegni fatti dal vivo da Stefano Ricci, si fondono con le musiche originali suonate dal vivo da Roberto Paci Dalò e Giacomo Piermatti. Cristiano Pinna cura la regia video tra la proiezione dei disegni tratti dal libro e le riprese del disegno live effettuate da Ettore Dicorato (giovane studente dell’Accademia Belle Arti Bologna).

“Ho passato un giorno a intervistare Wassim, ad ascoltare tutte le cose che ha potuto e non ha potuto dirmi. E quello che resta del suo racconto si coagula in tre righe, un’immagine che ha evocato con qualche parola, l’immagine più nitida che porto con me di questo viaggio. Quando ho visto e ascoltato quelle persone parlare, non sono riuscito a fotografare, a filmare. Ho scritto tutto il tempo, quasi senza sosta, e mi sono aggrappato alla descrizione di quello che visto. (Stefano Ricci)

“È dal confronto tra la oggettiva e semplice registrazione di incontri e la fortissima tensione delle immagini che Ricci ci aiuta a capire di più e, in qualche strano modo, a soffrire di più, a partecipare di più, per quanto possibile, di una condizione e di un dolore che ci sono spazialmente e concretamente distanti.”
Goffredo Fofi, dall’introduzione al libro Quello che ho visto.