Incontro con Giovanna Del Giudice

Protagonista della riforma psichiatrica italiana e collaboratrice di Basaglia, Giovanna Del Giudice ha svolto negli ultimi anni un lavoro di consulenza con i servizi di Salute Mentale a Pechino. Ci racconta la sua esperienza e come il pensiero di Basaglia stia trovando ascolto in Cina.

A seguire proiezione del film

FOLLIA E AMORE

titolo originale Feng Ai
genere drammatico
durata 227′
produzione Hong Kong, Francia, Giappone
anno 2013
regia Wang Bing
Fuori Concorso alla 70 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica la Biennale di Venezia 2013

La quotidianità fatta di miseria e abbruttimento di un gruppo di pazienti reclusi in un manicomio dello Yunnan, nella Cina meridionale: c’è chi soffre di gravi disturbi mentali, ma qualcuno vi è confinato per le proprie convinzioni politiche o per essersi opposto alla legge. Il titolo italiano (quello originale suona piuttosto come Amore folle) rispecchia la divisione in due parti del film: la prima è dominata dalla descrizione del degrado in cui vivono gli internati, che brancolano nudi lungo i corridoi e fanno i bisogni all’aperto; nella seconda, emerge l’umanità di persone che si aggrappano alle altre per riuscire a sopravvivere nelle condizioni più disperate e offrono una nuova lettura del “bisogno di famiglia”.

La struttura a quadrilatero del reparto, che affaccia su un cortile interno, sembra rappresentare un vero e proprio girone infernale, nel quale i pazienti compiono sempre gli stessi gesti e mimano fughe impossibili (straordinaria la sequenza in cui uno di loro corre instancabilmente lungo il perimetro, seguito dal regista). Ma la fuoriuscita di uno di essi offre a Wang l’occasione per mostrare che povertà e abbruttimento regnano sovrani anche all’esterno, tra catapecchie fatiscenti e immensi campi desolati. Il film potrebbe concludersi così, ma il regista sceglie di tornare tra le mura dell’istituto e restare con chi è prigioniero: l’immagine finale dei due uomini abbracciati è la degna chiusa di un capolavoro che conferma la statura del documentarista cinese.

Realizzato in autonomia e sfidando le autorità di un regime che fa di tutto per celare l’esistenza di luoghi come quello mostrato, non è tanto un film sulla follia quanto la denuncia della maniera in cui persone scomode vengono esiliate e trasformate in rifiuti della società. Passato su Fuori orario.

Il Mereghetti, 2013


Wang Bing, nato nel 1967 a Xi’an, nella provincia cinese dello Shaanxi, inizia la sua carriera come fotografo al Dipartimento di Fotografia della Lu Xun Academy of Fine Art nel 1992 e al Dipartimento di Fotografia cinematografica della Beijing Film Academy nel 1995.

Approda al Festival Internazionale di Marsiglia nel 2003 con Il distretto di Tiexi (Tiě xī qū), film di quasi dieci ore, diviso in tre parti, che segue l’implacabile declino di un complesso industriale cinese. Seguono: Chronicle of a Chinese Woman (Hé fang míng), tre ore di memorie e confessioni di un’anziana dissidente politica; Brutality Factory (Bàolì gōngchǎng) (2007), un crudele cortometraggio sulla tortura politica inserito nel film collettivo O estado do mundo; le quattordici ore di A Journal of Crude Oil (Cǎiyóu rìjì) (2008), girato tra i lavoratori di un insediamento petrolifero nel deserto di Gobi; Coal Money (Méitàn, qián) (2008), che osserva le condizioni di sfruttamento dei minatori della Cina del Nord; Man With No Name (Wúmíng zhě) (2009), ritratto di un uomo che si è ritirato in una grotta scegliendo di non parlare più e sottraendosi alla società; I dannati di Jiabiangou (Jiā gōu) (2010), ispirato al libro di Yang Xianhui, Goodbye, Jabiangou, e che racconta le condizioni inumane dei campi di lavoro forzato nei primi anni Sessanta nella Cina maoista; Tre sorelle (Sān zǐmèi) (2012), che persegue la vita di una famiglia contadina negli spazi emblematici di un villaggio sperduto tra le montagne cinesi.

Con il documentario Mrs. Fang vince il Pardo d’oro al Locarno Festival 2017.

 


Data / Ora
Data - 07/07/2018
Ora - 19:00

Luogo
TeatroLaCucina ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini

Ingresso Libero

Prenotazione Necessaria