SUNDIATA

TAKKU LIGEY THÉÂTRE

da un testo di Djibril Tamsir Niane
narratore Modou Gueye
suonatore di riti Mamadou Sène
con Aliou N’Diaye, N’Diamè Khabane Ka, N’Deye Coumba Niang, Houraye Sow, Mor N’Diaye, M’Baye Babacar N’Diaye, Abdou Lakhat Fall, Aliou Bouba N’Diaye, Mame Birame Ba, Serigne N’Diaye, Aliou Diankha, Binetou Kane, Khadim N’Diaye, Mouhamadou N’Diaye, Moussa Gning, Moussa N’Diaye
con la partecipazione di Sylla Mougneul radio RFM
e con la partecipazione di attori e musicisti del Senegal residenti in Italia
Balla Nar N’Diaye, Babacar Sene, Arona N’Diaye,
Mama Diop, Dieynaba Kouyate, Jali Diabate
organizzazione Linda Pasina
foto Letizia Mantero
regia Mandiaye N’Diaye

La storia di Sundiata Keita è una delle storie più appassionanti in assoluto, raccontata per secoli dai griot – cantori che conservano la memoria delle genealogie familiari e sono i portatori delle parole e dei segreti delle parole da tramandare ai posteri.

Sundiata è stato il più grande sovrano africano,che prima dell’invasione islamica ha sottomesso gran parte dell’Africa occidentale a partire dal Niger. Guerriero rinomato come gli eroi dei nostro poemi cavallereschi, è stato un sovrano illuminato che salendo al trono dei Mandingo (I Mandingo stanno alla soglia tra il Mali e il Senegal) ha pacificato larghe zone dell’Africa occidentale.

Mandiaye N’Diaye, dopo la sua commedia sulla povertà e la ricchezza,portata in scena l’anno scorso negli spazi aperti del Paolo Pini,ha ripreso la storia di Sundiata dai racconti di vari griot – portandola verso un tipo di Teatro africano che è la sua specialità. Un teatro fatto di musiche, di danze arcaiche e di umorismo.
Quello di Mandiaye N’Diaye è uno dei più arditi tentativi di “inventare” un teatro africano all’aria aperta,servendosi di suonatori e attori che continuano vecchia tradizioni, con una vivacità sconosciuta nel teatro europei.
Mandiaye N’Diaye dice che il dramma di Sundiata, come del quello sulla povertà e ricchezza,sono parabole sullo sradicamento di una generazione che non ha più riferimento al passato,non sa più ascoltare né rievocare i propri antenati e si trova ad essere come sospesa nell’aria.

“Nella storia di Sundiata, come nella commedia sulla povertà e della ricchezza”, dice Mandiaye, “quello che è in gioco è la confusione di una vita dove gli dèi non sanno più comunicare con gli uomini,dove tutti i valori sono incerti,dove sia la poligamia regolamentata africana che quella “abusata” occidentale sono il contrario della parità tra i sessi – con un continuo aumento della violenza sulle donne. Nello stesso tempo i figli sono gettati in un mondo estraneo come dei talibe, un mondo dove l’unico valore ormai è il denaro o la forza contro chi non si sottomette ai nuovi valori delle merci e ai nuovi tipi di mercato”.


Inno di Niani (la capitale di Sundiata)

Quante battaglie nel cuore dell’uomo
Una ne finisce e tre ne cominciano
Battaglie tra madri e battaglie tra figli
Ognuno vuole quello che non ha
Ognuno ha solo il nulla che lo aspetta
Il vuoto in cui sarà sepolto tra le radici d’un baobab
ma qui un uomo nuovo, di nome Sundiata
con la forza della calma e della determinazione
guidato dai suoi griot che sapevano il suo destino
fondò nella sua città natale, la città di Niani
fondò un suo impero sulla savana
l’impero dell’alto Mali, l’impero dei Mandinga
Io canto la sua storia gloriosa che fu senza ombra
canto le imprese di sua madre la donna bufala
Pensate uomini quale grande impero fondò
dall’alto Mali fino alla capitala del Ganha
cosa resta di tutto questo, se non il fiato d’una storia?
ma in questo inno di Niani, capitale di Sundiata
voi vedete dispiegarsi il primo impero degli imperi
prima che nessun re comandasse sugli uomini
Ecco, il mondo è finalmente uscito dal caos.
Le tenebre del passato si sono dissipate.
E noi evochiamo la storia di Sundiata il grande
Nato nella città di Nani, imbattibile fino alla morte
La savana porta con sé il miraggio di ogni avvenire
nelle piante che germogliano senza che nessuno le semini
così va il destino degli uomini, come le piante nella savana
cresciute dalla nuda terra come gli uomini primordiali
noi speriamo che il futuro non sia troppo duro per noi
e per le nostre anime che cercano di avere il cuore pace
speriamo che l’orizzonte della savana, il grande nyaye ci guidi
come ha guidato Sundiata re del Mali della vallata del Niger
Gianni Celati, 10 giugno 2009