SETTIMO CIELO

futura_tittaferrante-4467SARDEGNA TEATRO | TEATRO DI ROMA | ANGELO MAI

1° studio
di Caryl Churchill
traduzione di Riccardo Duranti
uno spettacolo di BLUEMOTION
regia Giorgina Pi
con Marco Cavalcoli, Sylvia De Fanti, Agnese Fois, Tania Garribba, Lorenzo Parrotto, Alessandro Riceci, Marco Spiga
assistente alla regia Aglaia Mora
scene Sabrina Cuccu
costumi Gianluca Falaschi
luci Loic François Hamelin
musica, ambiente sonoro Valerio Vigliar
all’interno di Non normale, non rassicurante. Progetto Caryl Churchill a cura di Paola Bono

Settimo Cielo è un viaggio, un film di cui si assiste alla messa in scena. Ha il sapore del cinema di Derek Jarman, cruento e poetico. È come essere nel cuore del punk, perché, anche se il primo atto è ambientato in Africa, Settimo Cielo è Londra. Quella Londra che conosci anche se non ci sei mai stato. La Londra dei piccoli luoghi d’incontro, dei parchi pieni dei colori esagerati di capelli, di vestiti, di immaginazioni nuove. La città visionaria e ironica, brulicante di artisti ancora impressi sulla tela del teatro, della musica, del cinema che amiamo. Settimo Cielo è la Londra dentro le nostre vite. La Londra senza un’età. È un’idea di vita stessa, radicale e densa di potenza: essere quello che si vorrebbe essere, non quello che si può.
È la città postumana che oggi concepiamo di continuo.
Tutto sommato, crudelmente, lo stesso vale per l’Africa (post)coloniale del primo atto: riconosci quella terra dei neri diventata una cartolina dei bianchi, col poco agio che comporta. Nei ruoli invertiti rispetto alle sessualità supposte (uomini interpretati da donne e viceversa) o al colore della pelle (neri interpretati da bianchi) – si tratta del cross casting voluto da Caryl Churchill – risuona l’importazione inglese della cultura omofoba in Africa. L’erotica invenzione del selvaggio, le leggi punitive contro gli omosessuali che la Gran Bretagna impose nelle sue colonie e che ancora oggi dilaniano l’Uganda e altri paesi col carcere a vita per gay e lesbiche.
Un parco nel 1979 e un esploratore nel 1879 si dissolvono in Brexit, nel Mediterraneo con i suoi disperati viaggi, nell’inganno eteronormato che prova a controllare i corpi, violentemente ancora e sempre.
Questo testo è costruito su una vertigine: sociale, artistica, intima, storica. A quarant’anni di distanza ne resta intatto lo slancio, la necessità di percorrere una lotta camminando sul suo crinale.
La sabbia africana di fine ottocento si mischia con quella dell’asfalto delle strade di un futuro passato, i corpetti coercitivi e le sottogonne tese in ferro sono la trafila di desideri dirompenti e sconsolati. Gli uomini e le donne di questa storia sono dei transfughi, nei secoli e nei luoghi. La didascalia del tempo e della latitudine del primo atto non basta ad annullare il posizionamento di questi esseri umani nel vuoto, condizione in grado di restituire al mondo un io sessuato nel secondo atto. Soggettività escluse, “impreviste” – per dirla con Lonzi e Fanon-, che tentano tra un atto e l’altro un processo di liberazione dal colonialismo imposto sui loro corpi.
Settimo Cielo è un’opera di decolonizzazione che passa attraverso il teatro come strumento di rivolta, luogo dove tutto è possibile e l’unica cosa data è il corpo dell’attore e dell’attrice. E la fisicità di queste vite per Caryl Churchill si nutre nell’intersezione delle loro differenze, nelle riottosità e nelle debolezze, scandite da un montaggio mozzafiato.
L’imprevedibilità spazio-temporale-sessuale è diaspora continua col realismo, è fioritura di un regno costituente. L’annullamento della distinzione sesso/genere si esprime servendosi del teatro, mai per servirlo.
Del resto, negli stessi anni, sempre a Londra, succede qualcosa di simile in Jubilee di Jarman. Ariel e la Regina Elisabetta piombano nella vita di un gruppo di punk, di straordinarie erinni coi capelli fucsia, di sinuosi uomini che con le loro lingue che si intrecciano ci immergono nella gioia del queer, nella rivoluzione del “non solo”. Non solo uomo, non solo donna, non solo lesbica, non solo frocio. Non solo e di più.
E ancora: non solo negro e non solo tutto ciò che possiamo aggiungere.
A vostro rischio e pericolo, buon Settimo Cielo.
Giorgina Pi

angelomai.org



 

Date:
martedì
20
giu 2017
ore
21.45
mercoledì
21
giu 2017
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21.45