IN THE BELLY OF THE BEAST

di e con Mark Anderson, Isabelle Kralj, Alessandro Renda
produzione Theatre Gigante, Teatro delle Albe/Ravenna Teatro 

Nel racconto di Edgar Allan Poe L’uomo della folla (The Man of the Crowd) si descrive un mondo caotico e imprevedibile, in cui coesistono fascinazione e orrore. Siamo tutti uomini o donne della folla, testimoni e attori di uno spettacolo dove i ruoli e le appartenenze vengono rimescolati in un movimento incessante. La folla appare come un’entità misteriosa e inquietante che sovrasta e annienta l’individuo. Ma l’uomo della folla simboleggia anche il mistero metafisico nascosto nell’animo umano, la necessità di sfuggire l’introspezione e la conoscenza di noi stessi. Questo desiderio di sospensione della propria identità è una conseguenza dello smarrimento esistenziale dell’uomo contemporaneo.

Partendo dalle suggestioni del racconto di Poe, In the Belly of the Beast esplora l’oscurità che contraddistingue questi ultimi decenni. Infelicità, insicurezza, sofferenza e incertezza scatenano paura e violenza, una regressione rispetto al livello di “civilizzazione” faticosamente conquistato e ritenuto ormai consolidato. Abbiamo perso la memoria del passato, è difficile immaginare il futuro e siamo bloccati in un presente rabbioso.
Insofferenza verso la democrazia, paura dello straniero, del diverso, nuovi fascismi, muri e frontiere, disuguaglianze, estremismi, tratteggiano quel perturbante senso dell’orrore in cui siamo immersi, in Europa come negli Stati Uniti, in India come in Australia e altrove. Viviamo in un mondo che è più connesso ma meno integrato. Il risentimento è diventato un’epidemia mondiale. Stiamo perdendo il filo del progresso umanista? Perché sempre più persone hanno smesso di pensare con il cuore e sempre più pensano con la pancia? Abbiamo smesso di ascoltare gli avvertimenti, i campanelli d’allarme? Perché questa drammatica perdita di sensibilità? Siamo al limite, ma continuiamo a camminare sul bordo.

Siamo bloccati nel ventre di una bestia. Chi è questa bestia? I nostri leader? L’Altro? O siamo noi? Stiamo cercando le risposte? Le risposte sono giuste? O stiamo semplicemente cercando domande migliori? In the Belly of the Beast, ideato, scritto ed eseguito da Isabelle Kralj, Mark Anderson e Alessandro Renda, è un incontro di tre paesi differenti, tre culture, storie e lingue diverse, ma con le stesse paure, le stesse domande, gli stessi desideri, le stesse insicurezze. E ancora ci chiediamo: Chi è questa bestia che sembra averci inghiottiti vivi?

In the Belly of the Beast costruisce un’architettura molteplice di storie, utilizzando approcci stilistici e linguaggi diversi, alternando realtà e sogno, alienazione e solidarietà, ironia e poesia. Tra passato e presente. In scena un’umanità variegata e convulsa, figure dell’oggi e ombre dal passato Che si presentano attraverso monologhi e dialoghi, musica, video e movimento.


Nel 2014 lo spettacolo del Teatro delle Albe Rumore di acque (di Marco Martinelli, con in scena Alessandro Renda) è in tournèe negli Stati Uniti, ospite per tre settimane a La Mama Theatre di New York, poi in New Jersey e a Chicago. Proprio a Chicago, grazie all’invito di Thomas Simpson (docente alla Northwestern University di Chicago e traduttore in inglese di molti importanti autori italiani, tra i quali Marco Martinelli), Isabelle Kralj e Mark Anderson, co-direttori di Gigante Theatre, assistono allo spettacolo e decidono di ospitarlo nella loro città, Milwaukee (Wisconsin). Inizia così una fertile collaborazione che porterà l’anno successivo Alessandro Renda nuovamente negli Stati Uniti. A Milwaukee nasce una nuova versione dello spettacolo, Noise in the Waters, con la collaborazione del compositore e fisarmonicista americano Guy Klucevsek, oltre a un programma articolato di laboratori, convegni, incontri nelle università e nelle scuole. Il legame artistico tra Isabelle Kralj, Mark Anderson e Alessandro Renda si è rinnovato in Italia, a Ravenna, quando Kralj e Anderson hanno assistito alle rappresentazioni di INFERNO (2017) e PURGATORIO (2019), creazione del Cantiere Dante del Teatro delle Albe. Il progetto In the Belly of the Beast è una nuova collaborazione delle due compagnie alla ricerca di sintonie e corrispondenze, risonanze e difformità tra le poetiche. Si tratta della prima coproduzione del Teatro delle Albe con una compagnia americana e della prima coproduzione con una compagnia europea per Theatre Gigante.