CONCERTO FISICO

MICHELA LUCENTI/BALLETTO CIVILE

ideazione e coreografia Michela Lucenti
creato e performato da Michela Lucenti
assistenza alla creazione Maurizio Camilli
disegno sonoro live Tiziano Scali e Maurizio Camilli
con il sostegno di UFO – RESIDENZE D’ARTE NON IDENTIFICATE e di MiBAC

Saperti vivo è sentire il pianeta sgroppare sotto di te, impennare scalciare provare a disarcionarti mentre tu ti aggrappi al margine, è cavalcare il pianeta come un ceppo nel verso della corrente, gridando.

Concerto Fisico è una composizione per strumento fisico e vocale, un disegno ritmico ed emotivo. Un racconto musicale per raccontare quello che i Tibetani definiscono BAR-DO.
BAR significa TRA e DO significa ISOLA. Una specie di punto di riferimento che si trova tra due cose o piuttosto un’isola in mezzo ad un lago. Il concetto di BAR-DO si riferisce al periodo che intercorre tra sanità e insania, o al periodo tra confusione e confusione nel momento in cui sta per trasformarsi in saggezza. La situazione passata si è appena verificata e quella futura non si è ancora prodotta, c’è perciò un intervallo tra le due. Questa in essenza è l’esperienza del BAR-DO.
La mia compagnia di teatro danza è stata fondata durante una lunga residenza artistica all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico di Udine, uno dei centri dove Basaglia ha rivoluzionato il concetto di pazzia. Veder nascere la mia arte in quegli anni in quel luogo era davvero come essere isolati dal mondo e allo stesso tempo esserne nel centro del suo fuoco bruciante.

Ecco, Concerto Fisico è una partitura fisica e vocale che ripercorre e ridisegna la storia di Balletto Civile, cioè la mia, la storia della mia compagnia. Un racconto musicale. Un greatest hits sghembo e storto che non ha niente di nostalgico per raccontare la storia di un gruppo attraverso i racconti di cui si è fatto veicolo. Come un juke-box che risveglia gli accenti emotivi di un ricordo che è ancora il presente, di come ci siamo trasformati, della sabbia da cui siamo emersi, delle Creature, dei cavalli di legno costruiti per Troia, degli estintori lanciati nel buio, del mare di latte dove Woyzeck e Andres parlano del vuoto, dei supermercati gialli, dell’urlo disperato di Desdemona, di cosa successe a Tebe, della Resistenza, della lotta e della Rivoluzione, di un prato verde e di come alla fine gli Agnelli Cattivi siamo tutti noi, del pavimento specchiato e di una fune arancione, della stupidità, delle cataste di vestiti svuotati, del potere e dei cappotti pesanti del 1918, di volpi impagliate e stagioni sessuali, della morte e di una brasiliana con il pennacchio verde, di un piccolo cane bianco, dei tabù, delle papere di plastica e degli acrobati kenioti, del pilota veneto e del sole sempre in fronte, dei pompieri e dei preti, di un incidente e un autogrill, di una radio e una città sempre in fiamme, del perché delle cose. Poi tutto scompare, risucchiato negli sguardi, come non fosse mai esistito.
Ho sempre cantato negli spettacoli anche quando la mia danza era furiosa, il corpo, i miei gesti sono la mappa di quello che sento e il canto è il mio veicolo per tenermi viva.

Ai nostri figli insegniamo una cosa soltanto che a nostra volta ci è stata insegnata: svegliarsi

Michela Lucenti


Date:
venerdì
19
lug 2019
ore
21.45